NOVATEL SRL (ARZANO). “Chi tène ‘o ppane nun s’ ‘o magna pe’ nun consumà ‘e rient”

“Chi ha il pane preferisce non mangiarlo per non consumare i denti”. Questo l’amaro commento del presidente del CdA dell’azienda di Arzano, Ciro Fico, sull’agitazione sindacale che rischia di bloccare le nuove commesse.
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Arzano (Napoli). Diritti e doveri uguali per tutti, lavoratori e lavoratrici. La dirigenza aziendale della Novatel srl interviene sull’agitazione sindacale proclamata da una parte delle maestranze. “Chi tène ‘o ppane nun s’ ‘o magna pe’ nun consumà ‘e rient”. È il commento del presidente del Consiglio di Amministrazione di Novatel, Ciro Fico. Un commento amaro, ma anche tagliente, fatto con spirito aperto al dialogo e al corretto confronto con tutti i dipendenti. L’azienda di Arzano si è trovata, alla luce dell’acquisizione di nuove commesse, nell’impossibilità di operare in tal senso a causa dell’incomprensibile posizione assunta da una parte (sparuta, a quanto pare) delle maestranze. Una minoranza, dei 150 lavoratori e lavoratrici occupati nella Novatel – azienda fondata nel 1985 nell’ambito della IPM GROUP, impegnata nel settore del Contract Manufacturing Elettronico, specializzata in servizi ems, produzione, assemblaggio e testing schede elettroniche, collaudi di produzione, ingegnerie – che ha ritenuto di bloccare le attività produttive, e con esse la possibilità di continuare a produrre per acquisire nuove quote di mercato.
Sul banco degli imputati è finita la decisione dell’azienda di organizzare la giornata lavorativa su tre turni, una decisione motivata dal momento di espansione della Novatel che, in un periodo di crisi globale come quello attuale, ha messo in campo una serie di strategie nel tentativo di conquistare nuove posizioni sui mercati internazionali. Nei settori di competenza Novatel è fra i primi 200 competitor europei, e fra i primi 4 in Italia. Opera in diversi continenti, dall’America del Nord all’Africa e all’Asia.
“La dirigenza di Novatel – spiega il presidente Ciro Fico – pur comprendendo le motivazioni alla base dello stato di agitazione sindacale, e pur senza rinunciare al dialogo e al confronto con tutte le maestranze, auspica che le parti possano “venirsi incontro” per il bene di tutti. In gioco è il futuro di tutta l’azienda, di tutti i livelli occupazionali (da quello degli impiegati e impiegate, a quello degli operai e dei tecnici). Altre valutazioni che non vanno in questa direzione non saranno prese in considerazione essendo esse “nocive” e pericolose per la stessa azienda. Alle maestranze del reparto manutentivo (che prepara di fatto i macchinari per il ciclo produttivo del giorno dopo) e del reparto SMT altamente specializzato si chiede, quindi, un impegno straordinario, ma limitato ad appena cinque (5) settimane per poter affrontare al meglio le nuove commesse che l’azienda ha acquisito di recente”. M.V.